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LA DANZA NELL' OTTOCENTO e NOVECENTO

la danza nella storia Con la civiltà industriale (XIX secolo) si verificò una profonda trasformazione delle danze, sia popolari che di corte. L'Ottocento fu il secolo del valzer, della mazurka e della polka.

 

Fu anche il secolo delle grandi scuole di ballo, e soprattutto delle sale da ballo, sempre piùbelle e sempre piùaffollate.

Il valzer portòuna vera e propria rivoluzione, nelle abitudini, nei costumi, nelle cultura dei popoli:esso attraversòtutti gli strati sociali e tutte le nazioni;e, dovunque, conquistòcon la stessa forza i ceti piùumili e le classi aristocratiche. Le ultime resistenze attorno alla contraddanza, che aveva animato le corti del Settecento, furono spazzate senza grossi conflitti.

L'ondata del valzer era il segno dei tempi:sulle piste s'imponeva la coppia, come protagonista definitiva del ballo, dell'amore e della vita del XIX secolo. Il continente europeo rimaneva ancora il centro del pianeta danza.

La rivoluzione francese rinnovòradicalmente anche il mondo del balletto. Giànel 1792 (2 ottobre) a Parigi si rappresentòOffrande àla Liberté, la cui coreografia era composta sulla musica della Marsigliese. Dal punto di vista contenutistico, si tendeva ad abbandonare i temi mitologici per calarsi nella realtà, introducendo trame e problematiche intese ad avvicinare i diversi ceti sociali fra di loro

Il ballo mitologico, non scompariva completamente, ma presentava agganci significativi a tematiche sociali ed umane.

Ad esso si affiancavano il ballo storico (con particolare riferimento al mondo dell'impero romano), il ballo eroico, il ballo tragico. Sul piano formale e stilistico si sviluppava il concetto di danza come linguaggio artistico del corpo, capace di raggiungere le somme vette del dramma e della poesia. I maggiori centri di elaborazione coreutica furono Parigi, Vienna, Stoccarda.

Si portòa compimento quel processo iniziato negli ultimi decenni del XVIII secolo, che vedeva il ruolo del maitre de ballets trasformarsi da ordinatore di danze a coreografo vero e proprio. Si poneva in termini seri il problema del rapporto tra le musiche e le danze. C'erano i sostenitori della ballabilitàdi qualsiasi musica. C'era invece chi, al fine di esaltare il ruolo primario della danza come fatto espressivo, riteneva giusto che fossero composte delle musiche ad hoc per i singoli balletti. Altri preferivano utilizzare le grandi composizioni musicali come base per le danze, senza sottilizzare su problemi di compatibilità. Le nuove tendenze e l'insieme delle problematiche connesse erano i chiari elementi della caratterizzazione romantica della danza ottocentesca.

Il balletto dell'etàromantica predilige la passione amorosa che spesso ècausa di dolori e sofferenze. Giovanni Calendoli sottolinea che un altro aspetto tipico del balletto romantico èquello costituito dalle misteriose corrispondenze, non controllabili razionalmente, che si stabiliscono tra l'esistenza terrena e un aldilàpopolato di anime inquiete, di dèmoni, di fantasmi, di esseri immateriali". (Calendoli Giovanni, Storia universale della danza, Milano, Mondadori, 1985).

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